Racconti e saggi


23 Lug 2017
Racconti e saggi
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2003

Racconto breve di
Giuseppe Lago

Ricordi? Quella ragazza dai capelli rossi che ti riempiva di baci appoggiata alla ringhiera dello spiazzo sul mare? Ora è una distinta signora, madre di tre figli, e abita con il marito a piazza Risorgimento, dietro i giardinetti. L’hai vista, no? Di sicuro con un colpo d’occhio l’hai potuta inquadrare di profilo mentre entrava nell’auto. Lei non t’ha visto, ché era troppo impegnata a sfilarsi il soprabito per entrare. Ancora bella, non ti pare? Son passati già vent’anni, lo so, ma non puoi scordarti le sue gambe! Non mi dire che non le hai intraviste, mentre s’acconciava nell’abitacolo e chiudeva lo sportello col suo fare deciso, quell’aria spavalda con la quale t’affrontava nei litigi di un tempo. T’ho sentito, sai, il cuore ti batteva forte e ti sei fermato sotto il portico, appoggiato a una colonna.

Sei rimasto a fissarla, mentre s’allontanava, continuando a distinguere la silhouette dei suoi capelli rosso tiziano dal lunotto posteriore dell’auto, finché la stessa non è diventata un punto lontano.
Sono solo tre giorni che sei tornato in paese ma quest’incontro non te l’aspettavi, vero? Credevi, forse, che fossero tutti morti? Tutti no, d’accordo, ma di lei ti eri proprio dimenticato, confessa! Già, la vita, gli affari, le altre donne, va bene, e…adesso? Che fai? Perché ti sei fermato come imbambolato nel mezzo della strada?
No, non è il momento di fare scenate! Dai, su, non vedi che il bar dell’orologio ha messo fuori i tavolini? Guarda, ce n’è uno al sole, raggiungilo!
Finalmente, che bellezza! Stare seduto nel punto più bello della piazza su una comoda poltrona, accanto alla fontana che rinfresca quest’aria di maggio! Un cappuccino e una morbida brioche e…ancora?
Basta, capito? Nessuno ti ha vietato di prenderli. Solo gli alcolici, le fritture, gli insaccati…insomma quella lista che hai in tasca, nella quale non risultano cappuccini e brioches. E poi, è il primo che prendi da tre giorni. E’ vero, da quando t’hanno dato la lista e prima ancora quella certa risposta. Alla malora!
Sembravano tutti inamidati! A spiegarti cosa è una neoplasia. Lo so io! Cellule pazze che hanno deciso di sconvolgerti il corpo quando meno te l’aspettavi. Destino bastardo e avaro che si frappone tra te e la vita, proprio quando te la stavi godendo!
Ferma quelle lacrime, capito? Non ti permetto di farlo, la devi piantare! Sei già in cura ed è tutto sotto controllo. Se le cellule sono pazze, metteremo loro la camicia di forza, no?
Bene, vedo che hai capito. Così va meglio. Ma…che guardi? Questa poi…:la ragazza che serve ai tavoli…che linea! Sembra una pantera. Secondo me ci sta, vedi che sguardo? E’ una che capisce al volo, altro che!
Che fai? Che stai pensando? Doriana?! Ancora ti ricordi di lei? Ma, non era nell’ottan…, a Sorrento? Certo. Lo stabilimento dei bagni e quel torrido
agosto che l’acqua del mare non ti ristorava e facevi la staffetta tra la doccia fresca e la sdraio sotto l’ombrellone.
Doriana la conoscesti proprio là, sotto quel getto che ammazzava l’afa. Un’abbronzatura africana, i capelli neri corvini, gli occhi come due olive greche, beh…lasciamo perdere il resto, gli fa un baffo a questa che sculetta tra i tavoli!
Marpione! Le confessasti candidamente che eri di passaggio, non conoscevi la città, che se avessi potuto avere dei ragguagli guida alla mano, là sotto il tuo ombrellone…e arrivò la sera che ancora stavate là sotto. A parlare. Lei con la calàta del luogo, sorridente e curiosa, tu, logorroico ma simpatico e, fattelo dire: una lenza. Ancora non mi capacito come s’innamorò di te! Bello non sei, atletico nemmeno…però, ora che ci penso, eri abbronzato tanto quell’anno e non sfiguravi al suo fianco, e poi…la “prendesti al lazo” con un argomento irresistibile.
Ti mettesti a lamentarti delle donne del nord, del loro poco essere appassionate, e ti inventasti un amico che sosteneva la tesi che le donne del sud, se amavano una volta, non dimenticavano più per tutta la vita l’oggetto del loro amore. Argomento infallibile! Doriana si fece in quattro per confermare la tesi del tuo amico immaginario. Quella notte ed altre notti, te lo dimostrò…
Oh, che fai? Un’altra lacrimuccia? Eh, no! Piuttosto pensa a rispondere al telefonino, che squilla!
Marta? Ciao sono al bar / Come vuoi che stia? Sto bene e sto male / No, non fisicamente, almeno per adesso / Bene perché ho rivisto i miei cari, la mia città; male perché non è la malattia il problema. Loro dicono che devo prepararmi a una lunga lotta e che mi aiuteranno / Gente preparata, seri e senza tanti fronzoli / Non mi hanno nascosto nulla / Dicono al 60%, sopravvivenza a tre anni / Capirai, ho lottato tutta la vita, non smetterò certo adesso / Vuoi sapere perché sto qui? / Ho un controllo domani, poi di nuovo qui, perché dicono che mi fa bene / Hanno parlato di qualità della vita, sembra che si interessino anche a quella / Te l’ho detto, ci pensavo anche poco fa, ci vuole tempo per rimettere i piedi per terra, dopo una notizia come questa / Già la prospettiva di non dover ancora stare in un letto d’ospedale mi rinfranca / Domani ti chiamerò, saluta Paolo / Domani sera rivedrò Giulia e i ragazzi / Ho chiesto loro un po’ di solitudine e meno apprensione, mi hanno accontentato perché sono eccezionali / Grazie e a presto /
Che patetico! “Grazie e a presto”. Le hai sempre fatto la corte per gioco, anche per telefono, alla donna del tuo più caro amico; e adesso, mi sembri un officiante alla fine del rito. Oh, sveglia! Hai deciso di farti compatire dall’unica donna che ti ama senza essere mai stata tua? La bella Marta dagli occhi smeraldo!
Certo, devo riconoscere che sei stato grande a non tradire il tuo amico Paolo. E dire che lei ci sarebbe stata; più d’una volta te l’ha fatto capire. Ma tu no, eroe e coglione, era più forte di te. Gli amici mai, non si tradiscono. Poi Marta ebbe i figli, si legò al suo uomo, ma ancora ti ama. Non capisco cosa ci trovi in uno che non le ha mai riconosciuto la sua avvenenza, perdendo la testa per lei. O forse è proprio per questo? Perché riesci a riportarla, quella forza della natura, sull’essenziale del vivere. Parli, parli, sei proprio un eroe e ti leghi al palo di fronte allo splendido corpo di Marta! Contento tu…dai, rispondi, squilla un’altra volta!
Mario, sei tu? / Si, sono io, chi parla? / Elena… / Ma…proprio…/ Si, proprio io, quella che ti stava davanti mezz’ora fa / Allora mi hai visto…? Quanto tempo! / Molti, troppi anni…scusami, comunque, ho chiesto il numero a tuo fratello / Non me lo sarei mai aspettato… Ma ora che mi hai chiamato sono contento / Già, avrei dovuto farlo vent’anni fa, prima che tu partissi / Posso dirtelo?Mi avresti fermato: ero pazzo di te / Ricordamelo ancora perché possa mangiarmi le mani / Cioè…? Non ti trovi bene nella tua vita attuale? / Oh, sì certamente, ho tre bei figli e un marito ma…non ho te / Dopo vent’anni credi ancora di sapere chi sono? / Sei ancora un bel tipo, ma questo non vuol dir niente. Il modo come mi guardavi, quello sì, l’ho riconosciuto: erano vent’anni che nessuno mi fissava in quel modo / E ti sei accorta di tutto senza mai rivolgermi lo sguardo? / Certo, Non ti ricordi la mia celebre coda dell’occhio? / Oh, sì, è quella che ti ha sempre permesso quello splendido profilo / Lo trovi ancora interessante? / Vuoi una dichiarazione telefonica? / No, preferirei che c’incontrassimo / Dove? / Nel parco dei platani, alle cinque / Ci sarò.
Che mago! Neanche rimetti piede nella città natale che già rimorchi una rossa niente male! E perché sei serio, ora? Stai pensando se…dirglielo o meno?
Tu sei pazzo! Non ha senso, non ha importanza, lei vuole te per quello che rappresenti nella sua vita e forse è lo stesso per te nei suoi confronti. Vuole ritrovare il suo amore dei vent’anni e basta: non vuole saperne nulla dei vent’anni dopo, e tanto meno della malattia o neoplasia che dir si voglia. Vuole che tu le dica che esisti e sempre esisterai per lei, come allora.
Mi dispiace di rovinarti le aspettative, ma forse non vuole nemmeno iniziare una liaison extraconiugale all’ombra del campanile. Ti vedrà questa volta e forse mai più. Te ne sei andato così repentinamente da qui che le hai come tagliato il finale, impedendole di riprendersi le braccia che t’aveva buttate al collo.
Ora le si è offerta l’occasione per recuperare un momento importante della sua vita e tu sei l’elemento determinante per farlo. Naturalmente ti bacerà, ti abbraccerà e forse vorrà fare l’amore…ma non pensare a un capriccio di donnetta o a un “ritorno di fiamma”.
Verrà all’appuntamento per ritrovare in te la sua libertà, per sapere che ha vissuto veramente e amato veramente, che tu sei vero e non un sogno. Poi, stai sicuro, se ne ritornerà nella sua vita vissuta vent’anni dopo di te e, soprattutto lascerà te nella tua vita attuale.
Tu, però, non ti sentirai come prima; nulla sarà come prima: la certezza dell’amore dei suoi vent’anni ti darà la forza di lottare ancora. Lei diventerà più che un ricordo: una presenza che non ti abbandonerà mai.
E adesso vai e non farla aspettare, che sono quasi le cinque!

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